
Un interno parigino che scolpisce lo spazio e l’immaginario
In un silenzioso quartiere del 14° arrondissement di Parigi, nascosto dietro un portone discreto, si cela un universo domestico che è allo stesso tempo grotta, rifugio e opera d’arte totale. È qui che la scultrice francese Valentine Schlegel (1925–2021) ha dato forma alla sua visione più intima e radicale dell’abitare: un appartamento interamente modellato con le sue mani, dove pareti, camini e arredi si fondono in un’unica, continua composizione plastica.

Schlegel non era un’architetta, ma aveva un’idea profondamente organica dello spazio. Dopo un’esperienza nella scenografia e una lunga carriera come ceramista e scultrice, decise di applicare il gesto scultoreo all’architettura d’interni. La sua materia elettiva era il gesso, lavorato con pazienza, sovrapposto in strati e poi levigato fino a raggiungere la morbidezza delle dune e delle conchiglie.
L’appartamento — che iniziò a plasmare a partire dagli anni ’60, continuando per decenni con interventi sempre nuovi — è un caso esemplare di architecture intérieure d’autore. Il camino scultoreo è il fulcro: un abbraccio bianco in cui il fuoco trova riparo come in una grotta primitiva. Ai suoi lati, nicchie con cuscini integrati nel muro offrono sedute intime, scolpite nello spesso involucro dell’edificio.
Altrove, librerie sinuose e scrivanie a sbalzo sembrano crescere dalle pareti, come stalattiti colte nel momento della loro formazione. Tutto è curvo, levigato, antropomorfo. Nulla è decorazione: ogni elemento nasce da un’esigenza funzionale e si trasforma in gesto artistico.
Un approccio radicalmente sensuale

Schlegel rifiutava la serialità, il rigore modernista, la freddezza dell’industria. Lavorava da sola, lentamente, seguendo l’istinto e la materia. Le sue creazioni — oltre 120 camini scolpiti in gesso tra il 1959 e gli anni ’80 — si trovano in case private francesi, quasi sempre costruiti su misura, come abiti sartoriali.
Il suo vocabolario formale, benché fortemente originale, dialoga con l’eredità mediterranea (proveniva da Sète, nel sud della Francia), con l’arte primitiva, e con lo spirito del Surrealismo, di cui frequentava gli ambienti. Amava il mare, la botanica, gli oggetti d’uso quotidiano, trasformati in reliquie poetiche.
Una riscoperta recente

Negli ultimi anni, grazie a mostre come quella del Musée des Arts Décoratifs di Parigi e il lavoro dell'archivio Valentine Schlegel Archive, la figura dell’artista sta vivendo una meritata riscoperta. Il suo lavoro, che incrocia design, architettura e arte, è oggi fonte d’ispirazione per una nuova generazione di progettisti interessati a un design più sensuale, tattile, empatico.
Camini scultorei: architettura e fuoco
I camini in gesso bianco sono forse le opere più iconiche di Schlegel. Realizzati tra il 1959 e il 2002, questi elementi architettonici erano concepiti come sculture funzionali, modellate direttamente sulle pareti delle abitazioni. Le loro forme sinuose, ispirate alle vele delle barche e alle curve naturali del paesaggio mediterraneo, creavano spazi intimi e accoglienti. Un esempio emblematico è il camino nel suo appartamento parigino, che integra sedute e nicchie in un unico gesto plastico .


Per chi lavora, come noi dello studio mt-a, con la materia e l’identità degli spazi, Schlegel rappresenta una lezione preziosa: progettare non solo per la funzione o per l’estetica, ma per il piacere fisico dell’abitare, per la qualità del gesto quotidiano, per la fusione profonda tra corpo e architettura.
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